Esperienze collaterali

Esperienze collaterali

Andare in una località per prestare opera di volontariato spesso espone il volontario ad una serie di novità inaspettate. Alcune di queste sono coinvolgenti, il più delle volte positive, altre posso essere anomale ed anche infastidire. Oggi vi parlerò di un aspetto culturale in cui sono stato coinvolto durante il mio mese di volontariato a Pau (Francia) che mi ha molto interessato e che mi sta portando verso nuove esperienze.

 

Bene, incominciamo ripassando un po’ di storia. Chi era Enrico IV? Da Wi Kipedia “..Enrico IV di Borbone, detto il Grande (Pau, 13 dicembre 1553 – Parigi, 14 maggio 1610), figlio di Antonio di Borbone e della regina Giovanna III di Navarra. Nel 1572 ereditò la corona di Navarra dalla madre, divenendo Enrico III di Navarra. Nel 1589 ereditò il trono di Francia: fu il primo monarca del ramo Borbone della dinastia dei Capetingi a diventare re di Francia.” Abbiamo così scoperto che relativamente al periodo del mio volontariato ho una cosa in comune con il re Enrico: la cittadina di Pau. Per me è stata la sede del volontariato, per il buon Enrico il luogo della nascita nell’austero castello oggi aperto per le visite. Sobborgo di Pau è l’agglomerato di Jurançon, famoso per un vino che, difficile da immaginare, fu utilizzato per battezzare proprio Enrico IV.

Si racconta che al regale pargoletto invece della classica immersione nell’acqua santa, furono strofinate le labbra con uno spicchio d’aglio e bagnate le stesse con gocce di vino proveniente dalle viti di Jurançon. Ovviamente spinti da questo inconsueto battesimo, il vino delle vigne di Jurançon incominciò ad avere una gloria secondo me giustamente riconosciuta fino ai giorni nostri.

In un sabato del mio volontariato, in compagnia di Maria Antonietta e Valeria, e accompagnati dalla nostra insegnante di Francese, Jurançon è così diventata la meta di una gita tra i vigneti e le aziende viticultrici della zona. Bellissima natura, colline e pianure distese ai piedi dei Pirenei, non molto distanti dall’oceano Atlantico.

Le viti, impiantate dai Romani più di 2000 anni fa, crescono in fase con i climi oceanici e con quelli montani, su pendii ripidi paragonabili alla collina dell’Hermitage, famosa per la produzione dei suoi vini AOC (Appellation d’origine contrôlée).

Il clima di Jurançon è moderato dalla vicinanza dell’Oceano Atlantico ed è reso più caldo e secco (in particolare intorno momento del raccolto) dagli effetti delle giornate in cui si crea un effetto favonico proveniente dai Pirenei. Come conseguenza della posizione Jurançon, compresa tra i fiumi la Gave d’Oloron e Gave de Pau, ha terreni in gran parte di tipo alluvionale (argilla e sabbia) ma asciutti, privi di calcare argilloso.

Il Jurançon è stato uno dei primissimi vini a fregiarsi della denominazione di origine in Francia e si divide in due principali categorie:

· Jurançon dolce: è un vino di colore oro con aromi di frutti esotici e di miele. Può invecchiare per un tempo molto lungo. Sicuramente è uno dei migliori vini del sud-ovest della Francia.

· Jurançon secco: ha colori che tendono verso il verde chiara. Il blanc de blanc (bianco bianco) è un vino fresco e profumato asciutto. Jurançon secco rappresenta il 75% della produzione totale di vino in Jurançon.

Il primo, il dolce, si produce con uve Petit Manseng, Gros Manseng, Courbu, Camaralet e Lauzet. E’ ottimo con il fois gras o con i formaggi grassi tipo il Roquefort, Gorgonzola.

Il secondo, Jurançon secco si può produrre con le stesse varietà di uve del Jurançon dolce, ma senza le restrizioni sulle percentuali di Courbu e Camaralet. Questo vino è fresco al palato, e accompagna molto bene la trota e le carni bianche mentre tra i formaggi preferisce il Cabécouo (formaggio a latte crudo di capra) e il Tourmalet (formaggio a latte crudo di pecora).

Ovviamente, la nostra visita alle cantine non poteva non prevedere l’acquisto di qualche bottiglia di vino da bere insieme, per accompagnare del buon fois gras comprato sempre nel corso della stessa gita presso un produttore del posto. Che dire tutto molto buono ad eccezione di una delle tre bottiglie da me acquistate che è finita miseramente per terra (ahimè con tutto il suo prezioso contenuto) colpa di un frigo con i contenitori per le bottiglie troppo bassi.

Ma non è tutto. Proprio durante il periodo del volontariato ed esattamente il 26 Otobre, nel castello di Pau ho avuto la possibilità di incontrare sua maestà re Enrico IV. Si stava celebrando la festa annuale del ‘vino novello’ ed il re era venuto di persona a cavallo a sincerarsi della bontà dell’annata.

Questa esperienza mi ha spinto verso una più attenta valutazione dei vini bevuti. A casa non beviamo molto e tanto vale la pena bere bene. Caso ha voluto che Radio due abbia iniziato un corso via radio di sommelier scaricabile in podcast che ho iniziato a seguire. Così da un’esperienza collaterale al mio volontariato è nata in me una nuova piccola passione. E, udite udite, proprio alcuni giorni fa ho scoperto che ber bere del buon Jurançon non è obbligatorio andare in Francia; a due passi da Roma, in località le Ferriere nei pressi si Nettuno un’azienda vinicola molto valida produce un buon Petit Manseng, proprio con i vitigni importati dalla zona di Pau. Ed allora ..a la santè.

 

Giuseppe Montagna

03/10/2011 – 31/10/2011 Pau, Francia

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